L’inaugurazione della sartoria ’Manigolde Circondariale’

Un’esperienza unica e toccante quella che si è svolta ieri nel carcere di Sant’Anna a Modena. Non era una passerella qualunque, ma un vero e proprio momento di celebrazione per l’inaugurazione della sartoria “Manigolde Circondariale”, un progetto nato dall’impegno di ManiTese di Finale Emilia. È stata una giornata in cui il filo, l’ago e i tessuti hanno raccontato storie di speranza, trasformando borse, giacche e oggetti in simboli di un nuovo inizio. ✨

“Quando sono entrata qui, non avevo mai toccato una macchina da cucire”, racconta una detenuta, con gli occhi che brillano di emozione. “Poi ho iniziato a lavorare in questo laboratorio, e ho scoperto un mondo che mi aiuta a occupare il tempo in modo positivo e a non pensare solo a dove mi trovo”.

Il tappeto rosso è stato srotolato nella sezione femminile del carcere, e le detenute, per un giorno, si sono trasformate in indossatrici. Hanno sfilato indossando abiti che loro stesse hanno cucito, con la forza e il coraggio di chi sta lavorando per riscrivere il proprio futuro. Accompagnate dalle note di “Il mio canto libero” di Battisti, un inno alla libertà che riecheggiava tra le mura, le donne hanno condiviso con noi un momento di festa, accolte da un pubblico che comprendeva sia le autorità locali che le loro compagne di cella, felici di vivere insieme un’esperienza così speciale. 🌸

Gaia Barbieri, coordinatrice del progetto, ha sottolineato l’importanza di questo lavoro: “Abbiamo avviato già da qualche anno la sartoria sociale Manigolde, dove inseriamo donne che vivono situazioni di fragilità. Per noi, nessuno deve essere lasciato indietro, e non esistono scarti. Anche i nostri capi sono realizzati con materiali di recupero, proprio per dare una seconda vita a ciò che altrimenti verrebbe scartato”. Un messaggio potente, che ci ricorda come ognuno di noi, se supportato nel modo giusto, possa trovare un nuovo inizio.

Nicoletta Saporito, responsabile dell’area educativa del carcere, ha aggiunto: “Incontrare queste persone e vedere il loro entusiasmo è stato fondamentale per noi”. E non possiamo che essere d’accordo. Grazie a un bando sostenuto dal Comune di Modena, tre detenute hanno potuto iniziare un tirocinio formativo nella sartoria, lavorando ogni giorno per 20 ore a settimana, guidate da un team di educatori e volontarie che insegnano loro l’arte del cucito e del ricamo. ❤️

Questo progetto ha ricevuto il sostegno di tanti: Owenscorp e Bonaveri hanno donato tessuti, il Soroptimist una macchina da cucire professionale, e il Lions ha contribuito a dare forza al progetto. Luca Grillenzoni, stilista, ha portato la sua creatività, e Paola Cigarini ci ha donato la sua esperienza. Un grande esempio di come la comunità possa unirsi per fare la differenza.

E non è tutto! In parallelo alla sartoria, un piccolo salone di acconciature, prima abbandonato, è stato riaperto grazie all’impegno della Fondazione Cattolica. Cinzia Gallerani, parrucchiera e volontaria, ogni giovedì si prende cura delle detenute, offrendo loro tagli, tinte e acconciature. “La bellezza è anche cura e ascolto”, ci ricorda Gaia. E come darle torto? Anche prendersi cura del proprio aspetto può fare tanto per farci sentire meglio con noi stessi.

Questa sfilata è stata un momento che ci ha ricordato quanto potente possa essere la moda come strumento di riscatto e rinascita. Perché, davvero, nessuno deve rimanere ai margini.